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Il coraggio del fare – Gino Strada

"Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi."

Chissà cosa direbbe Gino Strada riguardo a ciò che sta accadendo in Afghanistan o a Cuba?

Probabilmente nulla. Lui si “limiterebbe” ad agire .

Gino Strada non era un uomo di molte parole, almeno pubblicamente. Parlava il minimo indispensabile. Tutti lo definivano “schivo”.

Lui era un uomo “del fare”. Fare del bene, disinteressatamente, laicamente, senza mai un filo di retorica o autocompiacimento.

Quando, a fronte del peso sociale che aveva acquisito con Emergency, gli fu proposto di entrare in politica reagì con un certo fastidio malcelato.

Il suo lavoro era un altro, e a farlo era uno dei migliori al mondo. Lui era un “war surgeon” un chirurgo di guerra, come recitano le prime parole della sua bio su Twitter. Fu proprio questa professione da lui amata incondizionatamente unita ad un altrettanto incondizionato odio per la guerra a spingerlo ad entrare nella Croce Rossa Internazionale grazie alla quale avrebbe operato in zone come  Pakistan, Etiopia, Thailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia e che l’avrebbero portato, successivamente, a fondare insieme alla moglie e ad un gruppo di colleghi, Emergency.”Questo mestiere mi piace, anzi non riesco a immaginarne un altro che possa piacermi di più”,  amava spiegare. Non si definiva “pacifista”. Lui era contro la guerra “perché la guerra non si può umanizzare, si può solo abolire. E non mi piace la parola ‘utopia’; preferisco parlare di ‘progetto non ancora realizzato”. “I pazienti vengono sempre prima di tutto”, era il suo altro motto, perché Gino ha sempre visto in loro delle semplici persone, degli esseri umani prima di tutto, salvare vite era la sua missione, ad ogni costo, rischiando anche la sua, e così facendo ha contagiato i cuori di migliaia di medici e volontari che, uniti sotto quella grande E cerchiata di rosso, con lo stesso spirito salvano vite.

E ne hanno salvate davvero tante.

Con la sua associazione umanitaria, nell’arco di 25 anni, ha fondato ospedali e punti di primo soccorso in 18 Paesi del mondo.

Dal 1994 , anno della sua fondazione, i pazienti assistiti da Emergency hanno superato i 3 milioni.

Emergency fu fondata 27 anni fa per portare cure e assistenza medica in quelle parti di mondo dove disuguaglianze, conflitti, discriminazioni ne rendevano, e rendono ancora oggi, impossibile l’accesso.

Tutto per l’amore che il chirurgo “schivo e ribelle” aveva nei confronti dell’umanità.

Gino si è spento Venerdì 13 Agosto 2021 all’età di 73 anni.

Poca retorica, tanto amore e passione infinita per il proprio lavoro sono state le parole chiave di un uomo che, partito da un paese di provincia armato solo di cuore e cervello, è riuscito nel modo migliore possibile a coniugare il coraggio del dire con la concretezza del fare.

E’ roba per pochi verrebbe da dire.

Per lui era la quotidianità.

Gino era una di quelle persone capaci di incarnare nel modo migliore possibile, quell’atto coraggioso che è il restare umani.